Il pane rubato racconta la storia del periodo fascista quando mugnai e contadini sottraevano parte del raccolto non dichiarandolo al mulino.
Per mantenerlo lo frantumavano a mano e lo conservavano in latte e olio.
Da questa evasione fiscale nasce quindi il termine di Pane Rubato, che si otteneva rompendo nel mortaio i chicchi di grano che venivano messi in ammollo con latte e strutto per diverse ore generando un composto che, una volta impastato e cotto, forniva una specie di piadina adatta ad accompagnare e contenere il pasto.